La Destra a Napoli

martedì 27 gennaio 2009

LA DESTRA PICENA PRESENTE






Sabato 24 gennaio La Destra Picena con 30 militanti ha partecipato una comunità straordinaria che ha sfilato a migliaia lungo le strade di Napoli, con la voglia di esserci. Nonostante il diluvio, per pretendere a gran voce le dimissioni di Sassolino e della Russo Iervolino., per gridare VERGOGNA, ADESSO BASTA, TUTTI a CASA!!!!
E’ stata una giornata di quelle che non si vivevano da anni, si sentiva la felicità delle persone, la gioia degli Italiani e dei Napoletani perbene, fra le quelle bandiere al vento – fra cui il gigantesco tricolore di 5 metri x 3 ed alto 6 metri de LA DESTRA PICENA - e le vetrine dei negozi tutte aperte, con i commercianti ad applaudire.
Una giornata indimenticabile, che ha dato una risposta chiara, limpida, della presenza de LA DESTRA, di un nuovo, grande Movimento Sociale. Sono arrivati da tutta Italia per partecipare ad un corteo civile e pacifico, per testimoniare, a Napoli, emblema della crisi sociale e politica italiana, il desiderio di cambiamento di un Paese intero, per dire a gran voce “basta con le mafie e le caste, no all’illegalità, sì alla giustizia sociale”.
Una manifestazione che lasciato il segno e che ho apprezzato per la compostezza e l’entusiasmo dei nostri militanti e simpatizzanti, che non si sono lasciati intimorire da un gruppuscolo di sedicenti antifascisti di estrema sinistra, che hanno cercato di rovinarci la festa. Senza riuscirci, però, grazie anche alle corpose misure di sicurezza adottate dalle forze dell’ordine lungo il percorso e che, a un certo punto, hanno impedito che i due cortei venissero a contatto.
Striscioni, slogan, canti hanno fatto da cornice ad una sfilata gioiosa e convinta, partita da piazza Mancini e scandita dai cori di Gioventù Italiana, che ha dimostrato di essere fortemente motivata.
Uno striscione, in testa al corteo, diceva “Contro la corruzione, povera Patria mia, alzati e combatti”.
Vedere migliaia di militanti de La Destra, impassibili sotto una pioggia inclemente, è stato un segnale di straordinaria vitalità del partito. Un partito ancora giovane e sicuramente con pochi mezzi a disposizione, ma la manifestazione in terra campana ha segnato una svolta, un cambio di passo, La Destra c’è!!!.
Una “prova di forza” riuscita, per dire con orgoglio “non ci ferma più nessuno!!!!!”.

                         IL SEGRETARIO PROVINCIALE
                             de LA DESTRA
                               STEFANO CANNELLI

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Se mi lasciate un recapito mail vi mando le altre 3 foto che mi sono state passate

Azzurra
plati_taf@yahoo.it

Anonimo ha detto...

onore ragazzi
riprendiamoci ascoli
a noi
davide

Anonimo ha detto...

Milano: 23 Marzo 1919 Fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento

Mentre la gran parte di tutti coloro che si dicono camerati dimenticano, noi festeggiamo il 90°...

Il 23 Marzo del 1919, quando ebbe luogo a Milano la prima Assemblea costitutiva dei Fasci Italiani di Combattimento, nessuno o quasi, in Italia ed all’estero, si accorse di quella riunione, né tanto meno della portata storica, politica, economica, sociale, culturale ed esistenziale di quell’avvenimento. Prova ne è, le classiche ed asettiche dieci righe di formale resoconto che apparvero il giorno dopo sull’esclusiva cronaca locale di alcuni quotidiani milanesi.

Ed era normale che così fosse stato!

Convocata a soli quattro mesi dalla firma dell’armistizio di Villa Giusti (4 Novembre 191 e dalla fine per l’Italia della Prima Guerra mondiale, quella storica «adunata» - non solo era stata distrattamente equivocata o confusa dagli osservatori esterni con uno qualunque dei tanti convegni patriottici organizzati in quell’epoca dagli ex-interventisti e/o ex-combattenti, ma - non aveva nemmeno avuto il tempo materiale di essere adeguatamente pubblicizzata né ponderatamente ed appropriatamente organizzata dai suoi stessi specifici promotori.

In altre parole, considerando che le situazioni di contingenza del Paese fossero più che mai imperiose ed incalzanti, l’allora direttore del Popolo d’Italia, Benito Mussolini, e quello sparuto manipolo di camerati che lo attorniava e lo sosteneva sin dal 1914-15, avevano per così dire tentato di anticipare gli eventi che immancabilmente si avvereranno nei mesi successivi e, di conseguenza, avevano goliardicamente e copiosamente improvvisato

L’annuncio per la convocazione di quell’Assemblea, infatti, dopo un primo fugace appello lanciato dal futuro Duce l’11 Gennaio del 1919, aveva incominciato ad essere sistematicamente pubblicizzato, sul «Popolo d’Italia», soltanto a partire dal 2 Marzo dello stesso anno. Cioè, esattamente diciannove giorni prima dell’incontro preparatorio (21 Marzo ) di quel convegno e ventuno, dall’effettiva data di quel fatidico raduno (23 Marzo).

Risultato: alla vigilia di quell’ «importantissima riunione» (come lo stesso Mussolini l’aveva fin lì definita), l’iniziativa in questione era riuscita a malapena ad attirare o a suscitare, in tutta la Penisola, soltanto 400 adesioni individuali (verbali o scritte) ed una trentina di conferme collettive di sostegno da parte di qualche associazione di reduci, di mutilati e di studenti.

Il 23 Marzo del 1919 - la data scelta dai futuri Sansepolcristi - era una domenica come tante altre. Milano - svestitasi temporaneamente del suo tradizionale e laborioso dinamismo feriale - si era, in quel giorno, apaticamente risvegliata sotto un’intermittente e noiosa pioggerellina primaverile. E piazza San Sepolcro, raramente frequentata nei giorni festivi, appariva agli occasionali passanti, appena un po’ più animata del solito.

Già dalle prime ore del mattino, infatti, diversi capannelli di persone, incuriosite o interessate, si erano spontaneamente costituiti dal lato opposto dello stretto piazzale che tuttora fronteggia la prominente basilica affiancata dai due caratteristici campanili romanici. E quell’inconsueto e sorprendente assembramento - con la sua attenzione principalmente rivolta all’indaffarato andirivieni che regnava davanti al portone d’ingresso del neoclassico ed, in quel tempo, abbastanza malridotto e fatiscente Palazzo Castagni (sede designata per quella riunione) - faceva da estemporanea e surreale cornice al quadro piuttosto assembleare e senz’altro effervescente di quel rumoroso e singolare convegno.

All’interno di Palazzo Castagni – sede in quel tempo del Circolo per gli Interessi Industriali, Commerciali e Agricoli della provincia di Milano ed i cui locali erano stati regolarmente presi in affitto e non certo «benevolmente concessi» dai responsabili del Capitalismo lombardo, come ebbero più tardi a pretendere i cosiddetti antifascisti della venticinquesima ora! – c’era di tutto: combattenti, arditi, volontari e mutilati della Prima Guerra mondiale, studenti, operai, commercianti, imprenditori, liberi professionisti, disoccupati, poeti, artisti, ex-interventisti, socialisti rivoluzionari, sindacalisti, anarchici, nazionalisti, futuristi, repubblicani, monarchici, massoni e, perfino, alcuni israeliti E fu davvero un «miracolo» che la risicata e tetra «sala dei Commercianti» di quel Circolo riuscisse addirittura quasi a riempirsi con un centinaio di presenze effettive,tra cui - oltre i soliti curiosi e qualche poliziotto in borghese - soltanto 53 o 54 delegati dei nascituri Fasci.

Un reale fallimento, da un punto di vista formale Ed uno strabiliante ed incalcolabile successo, se viene presa in considerazione la specifica qualità e la profonda sostanzialità di quell’avvenimento!

Quel giorno, infatti, al di là delle roboanti e bellicose dichiarazioni di principio che furono immancabilmente pronunciate dai diversi intervenuti, non furono soltanto gettate le basi di quello che più tardi diventerà il Fascismo Italiano. Quel giorno, se vogliamo, venne ri-inaugurato l’antico, naturale, umano e sempre valido metodo di fare politica all’interno della società: fissare, cioè, un obiettivo o uno scopo da raggiungere e chiamare indistintamente ed indiscriminatamente a raccolta tutti coloro che direttamente o indirettamente - al di là di qualunque schema ideologico, politico o partitico preconcetto - sono pronti con il loro cuore, il loro spirito, la loro mente e/o le loro braccia ad implicarsi personalmente e concretamente in quell’impresa comune, per tentare di contribuire quotidianamente e fattivamente alla libertà, all’indipendenza, all’autodeterminazione ed alla sovranità del proprio Stato, nonché al benessere, alla fierezza ed alla dignità del Popolo e della Nazione di cui si fa parte.

Ancora oggi, persino tra gli stessi «Fascisti» o presunti tali (il più delle volte, politicamente ottenebrati dalla rituale e ciclica corsa alle sedie democratica o ideologicamente forviati da più di cinquant’anni di quotidiana e ossessionante propaganda antifascista), ci si continua a meravigliare che un tale avvenimento abbia potuto effettivamente realizzarsi. Oppure, che - in quell’occasione - tutto ed il contrario di tutto abbia potuto incoerentemente ed inverosimilmente confluire in quel modesto e contraddittorio alveolo e, da irrisorio e maldestro ruscello, trasformarsi dapprima in torrente impetuoso ed, in seguito, in fiumana straripante e travolgente.

Oggi, tentare di descrivere quel particolare episodio della nostra Storia, sembra davvero come raccontare una favola Eppure, fu semplicemente Storia. Storia di uomini e di volontà umane che tenacemente vollero ed arditamente e decisamente seppero raggiungere l’obiettivo che si erano liberamente e sinceramente imposto di conseguire. Quella loro Storia, ancora oggi, se ancora ce ne fosse bisogno, è là per dimostrare al mondo che quando si vuole, si può. E che il semplice buon senso e l’antica «arte del fare», quando sono opportunamente «conditi» con un po’ di coraggio e di abnegazione umana, oltre ad essere la migliore ricetta di ogni sana politica, sono sempre in grado, in ogni momento della Storia, di sconfessare qualunque tipo di teoria preconcetta ed, allo stesso tempo, di contraddire, inficiare o stravolgere qualsiasi preteso, inevitabile o dogmatico senso della storia!

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CsFC-ENCLAVE ITALIANA

Anonimo ha detto...

30 militanti?!
ma dove? ahahahuau
Daje Cannelli che sto 0,89% diventi sindaco!
Tanti saluti ci risentiamo quando sciogliete il partito.